Logo sito
Descrizione

Nel 1998 il Comune di San Floro, nella persona dell’allora sindaco Florino Vivino, ha voluto riscoprire quest’antica tradizione, avviando un progetto sperimentale,
“Dal Gelso alla Seta” che ha avuto una vasta eco a livello regionale, nazionale e internazionale.

Seta. Un termine breve ma conciso, dolce e dirompente. Eppure dietro questi quattro segni alfabetici si celano secoli di storia, e non solo. La seta è nota per essere da sempre un tessuto di lusso, usato per realizzare gli abiti, i paramenti, i damaschi dei ricchi e potenti. Ma la sua origine biologica è molto semplice. Grazie ad un prodigio della natura, tale fibra viene prodotta dai cosiddetti bachi, ovvero delle larve (comunemente bruchi), che durante il periodo di metamorfosi costruiscono un bozzolo per proteggere la loro“trasformazione” da agenti esterni . Solo poche delle circa duecento razze producono una fibra utilizzabile, e solo una (Bombyx mori) è allevabile dall’uomo.
Dal XII secolo la nostra penisola fu la maggior produttrice europea di seta. In particolare nella regione calabrese la produzione del filo d’oro fu molto fiorente. La città di Catanzaro era considerata la capitale della seta, e attorno ad essa si era formato un circuito produttivo che tracciava una “via della seta calabrese”, un corridoio che congiungeva la costa tirrenica a quella ionica.

Nei paesi circostanti si producevano i gelsi e la seta greggia (per mano delle famiglie contadine), mentre nelle botteghe artigiane catanzaresi avveniva la tessitura. Perché l’arte serica si sia sviluppata maggiormente nel catanzarese è un mistero non ancora risolto (ricordiamo che all’epoca tutto il meridione d’Italia era sotto il dominio bizantino).

Certo è che sia la città di Catanzaro che quella di Palermo (anch’essa grande produttrice di seta) sono state influenzate dal vento della cultura orientale, in quanto la prima sotto il dominio bizantino e l’altra sotto quello arabo. Analizzando alcune fonti storiche, si ipotizza che il significato stesso del nome primitivo del capoluogo calabro, Katantárion, possa essere ricondotto al verbo greco Katartizen, il cui significato è preparare, confezionare ed anche lavorare (i filatori di seta erano denominati Katartarioi). L’arte della seta raggiunse la fase di massimo splendore tra il 1500 e 1600. La fama dei maestri setaioli di Catanzaro ebbe una vasta eco che si propagò fino in Francia, dove, quest’ultimi, furono chiamati a Lione per insegnare la tecnica della tessitura.
Da alcune fonti, consultabili presso l’Archivio di Stato di Catanzaro, le famiglie contadine di San Floro, piccolo borgo alle porte del capoluogo calabrese, alla fine del 1800, allevavano milioni di bachi da seta, di razza indigena, producendo circa 1.400 Kg di bozzoli.

More di Gelso

All’interno della nostra filiera trova naturalmente posto la mora di gelso (varietà Kokusò), venduta come prodotto fresco o trasfromata in deliziose confetture extra. Il nostro antico frutto, la cui maturazione avviene nel mese di Giugno, viene classificato tra gli alimenti con proprietà dietetiche e curative. Infatti le proprietà presenti nelle more, ferro, potassio, manganese, magnesio, vitamine del gruppo B, C e K vengono considerate importanti per la difesa della salute. Ma sono altri i fattori benefici che attirano l’interesse della medicina e della fitoterapia. Infatti le more di gelso hanno un alto contenuto di polifenoli e flavonoidi, oltre ad esercitare una grande attività antiossidante grazie al resveratrolo. In conclusione il frutto delle nostre moracee può essere considerato un insostituibile strumento di prevenzione per patologie dell’invecchiamento cellulare, del sistema nervoso, infiammazioni e tumori.

La confettura extra

Le nostre confetture extra offrono ai consumatori sapori che rievocano tempi lontani, miscelati ad ingredienti del tutto sani e naturali. La nostra ricetta prevede il 75% di frutta, zucchero di canna, succo di limone e pectina di frutta. Tradizione e ricerca danno vita ad un prodotto estremamente raro e delizioso buono per la prima colazione, per la preparazione di dolci e si abbina perfettamente con i latticini.

Il liquore di more

Il” Moretto” è il liquore alle more di gelso, è un prodotto di grande pregio in quanto la specie di more con cui viene preparato è annoverata nella categoria dei frutti perduti. Il Morus Nigra, è questo il nome del varietà del gelso, ci regala un frutto dal gusto inimitabile e delicato che lascia segni indelebili.

La produzione tessile

La produzione tessile Nido di Seta rispecchia ancora l’antica tradizione artigiana. Il filo d’oro viene lavorato su antichi telai a quattro licci sui ritmi cadenzati dallo scorrere della “navetta”. Tutti i prodotti, garantiscono unicità e qualità, rispettando il concetto di sostenibilità ambientale. Le colorazioni di scialli, coperte, tovaglie e runner vengono effettuate esclusivamente con prodotti naturali come ad esempio il papavero, la mora di gelso, la cipolla di Tropea, i fiori di ginestra il mallo di noce ecc. Tra le creazioni il copringinocchiatoio per il Papa, che si trova attualmente nella Sala Clementina del Vaticano, la cui colorazione della fibra è stata effettuata con la radice di robbia, abiti nuziali e da cerimonia.
Per ampliare la produzione artigianale dovuta al successo dei nostri prodotti Nido di Seta ha creato una vera e propria Filiera della seta di Calabria nell’ottica di un nuovo modello di sviluppo economico che parte dal basso, cooperando con artigiane di tutta la Calabria che possono continuare a portare avanti la loro antica maestria senza lasciare i loro laboratori e creando nello stesso momento reddito. Tutto questo da vita ad un circuito etico nel rispetto della natura, del lavoro e della tradizione in una regione meravigliosa ma allo stesso tempo complessa.

Tinture naturali

L’industria tessile è la seconda causa dell’inquinamento mondiale e il processo di tintura è una delle maggiori responsabili. Per questo motivo Nido di Seta rifiuta l’utilizzo di qualsiasi tipo di sostanza sintetica per i processi di tintura avvalendosi dei pigmenti naturali che la nostra terra ci offre. I colori sintetici sono stati scoperti nel 1853, prima di quel momento si tingeva esclusivamente con gli elementi di madre natura. Grazie ad una continua ricerca e sperimentazione la giovane cooperativa ha riesumato antiche ricette e riscoperto centinaia di piante tintorie appartenenti al suolo calabrese. A questo si aggiunge l’innovazione delle tecniche di tintura naturale come l’ecoprint e i diversi tipi di tintura a riserva su filato e su tessuto.

Nido di Seta

 

Località
Seguici su
Provincia
Contatta

  • Ancora nessun commento.
  • Aggiungi una recensione