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Descrizione

Estrema propaggine meridionale della dorsale appenninica, il vasto Massiccio del Pollino rappresenta uno dei sistemi montuosi più vasti d'Italia.

Da un punto di vista geologico queste montagne sono formate da calcari di varia epoca con frequenti fenomeni carsici che danno origine a profonde grotte e inghiottitoi, tra i quali si segnalano le grotte di Serra del Gufo ed il famoso Abisso di Bifurto, ubicato nel territorio di Cerchiara e profondo circa 683 metri. Sui versanti settentrionale e orientale predomina invece il flish eocenico, un complesso instabile di marne, argille e arenarie.

Sul fondo dell'altopiano centrale del Massiccio del Pollino, sono invece visibili i resti geologici di antichi ghiacciai di depositi morenici. Il Massiccio del Pollino si estende a confine naturale tra la Calabria e la Basilicata, stretto tra il contiguo Massiccio del Pellegrino ad ovest, e la Piana di Sibari a sud-est.

Dal punto di vista orografico il Massiccio del Pollino può essere distinto in tre diversi settori, di cui la dorsale meridionale ne è in qualche modo l'immagine più nota. La dorsale meridionale emerge letteralmente dalla conca del fiume Coscile e si dipana lungo un continuo susseguirsi di pareti rocciose che da sud-est si dirigono in direzione nord-ovest, interrotte solo dai profondi solchi dei valloni.

Il lungo crinale parte dal Monte Moschereto per attraversare la Timpa del Principe alta 1.741 metri, il Monte Manfriana di 1.981 metri, dopo il quale si attraversa il nucleo centrale e più elevato del Massiccio del Pollino, tra cui emergono le cime della Serra Dolcedorme alta 2.267 metri, il Monte Pollino alto 2.248 metri e la Serra del Prete di 2.180 metri. Il crinale della dorsale termina ad ovest coi monti Coppola di paola e Timpa dell'Orso. Le alte vette della dorsale sono separate anche da estesi pianori di alta quota come il Piano Gaudolino ed il Piano Ruggio, che segnano anche i punti di passaggio delle antiche vie di penetrazione.

Il cuore del Massiccio del Pollino, invece è costituito dallo splendido altopiano centrale che si apre sul versante nord, proprio alle spalle della dorsale meridionale. Si tratta di un complesso di piani d'alta quota oscillanti tra i 1.790 ed i 1.960 metri di altitudine disposto ad anfiteatro, scanditi da pascoli e ampie praterie. Attorno ai piani coronano le alte vette della Serra delle Ciavole alta 2130 metri, la Serra di Crispo alta 2.053 metri ed i già citati Monte Pollino e Serra Dolcedorme.

Il versante orientale, l'ultimo dei tre settori del Massiccio del Pollino, si sviluppa lungo la valle del torrente Raganello, che scende ad imbuto ed è contornato da singolari rilievi rocciosi localmente detti Timpe, tra cui spiccano la Falconara, alta 1.656 metri e la Timpa di San Lorenzo, alta 1.652 metri che costituisce una delle più imponenti pareti di roccia di tutto l'appennino.

I panorami offerti dal Massiccio del Pollino sono davvero misti e variegati. Mentre nelle bassure della dorsale meridionale e del versante orientale domina la macchia mediterranea, con prevalenza di Leccio e Roverella, nelle zone alte il Faggio è l'albero più diffuso insieme al Pino Laricio e sopratutto il Pino Loricato, considerato il simbolo stesso dell'intero Massiccio del Pollino.

Questo esemplare è un vero imponente relitto dell'ultima glaciazione, di cui si conservano esemplari plurisecolari sulle pendici della Serra delle Ciavole e della Serra Dolcedorme, oltre che sui crinali del Monte Pollino. La gran parte del Massiccio del Pollino è protetto dall'istituzione del Parco Nazionale omonimo, la cui superficie di 193.000 ettari, ne fa il Parco più esteso d'Italia.
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