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Descrizione

Belmonte Calabro è sorto probabilmente in un contesto militare.
In pieno Medioevo sui colli belmontesi vi erano più villaggi autonomi (santa Barbara, san Bonaventura…). Già erano state erette delle sufficienti fortificazioni in funzione anti saracena.
Anche qua vi era la costante esigenza di monitorare i pericoli che venivano dal mare.
Poi, al tempo della guerra tra gli Svevi e gli Angioini per il controllo del Sud Italia, il re angioino ritenne opportuno fondare un castello (parte della muratura è accanto all’edificio dove oggi sta la biblioteca comunale).
Era altresì necessario sorvegliare la vicina Amantea, che aveva a sua volta appoggiato le ambizioni di Corradino di Svevia.
Il maresciallo Drogone di Beaumont, verso il 1270, fu l’esecutore dell’ordine e proprio dal suo nome, probabilmente, discende il toponimo.

Galeazzo di Tarsia, barone e poeta di Belmonte Calabro

Il paese ebbe diversi feudatari. Il più famoso è stato senza dubbio Galeazzo di Tarsia, vissuto nel ’500. Un personaggio da film.
Cattivo e violento nei rapporti con i suoi vassalli belmontesi (che lo denunciarono al re e lo fecero finanche arrestare). Un barone sprezzante del pericolo, spavaldo e avventuriero.
Si distinse sorprendentemente nella scrittura di rime poetiche che gli storici avvicinano allo stile del Petrarca.

Il pomodoro di Belmonte Calabro

Tra le produzioni agricole di eccellenza abbiamo il particolarissimo Pomodoro di Belmonte, protagonista di insalate memorabili.

Il pomodoro “gigante” di Belmonte, originario delle Americhe, venne portato in Italia all’inizio del XX secolo ad opera di Guglielmo Mercurio, un emigrante originario della cittadina Calabrese che faceva ritorno dagli Stati Uniti. Il particolare clima e la conformazione territoriale fecero assumere al prodotto, con il passare del tempo, le caratteristiche che oggi lo contraddistinguono.

II pomodoro Belmonte fa parte della tipologia dei pomodori da mensa a portamento indeterminato. L’ecotipo si presenta in due diverse tipologie il “Cuore di Bue” e il “Gigante” e viene coltivato in tutto l’areale del comune di Belmonte Calabro ed imitato in tutte quelle zone che presentano condizioni pedo-climatiche simili a quelle del piccolo centro del tirreno cosentino.
Questo meraviglioso ortaggio si trova solo sul mercato locale: ideale per le insalate estive.

l legame indissolubile con il territorio è un vantaggio competitivo che pone il comprensorio, che coltiva il Pomodoro di Belmonte, in una condizione di innegabile superiorità rispetto ai potenziali concorrenti. Le colline declinanti verso il mare che proteggono dal freddo e dal vento e scaldano le colture, come d’altronde fa incessantemente il mare, il clima mite che favorisce i trapianti anticipati, il sottosuolo ricco di sostanze nutritive e con un buon livello di acidità e le acque pure, soprattutto nelle zone collinari-montane, il giusto livello pluviometrico del comprensorio, sono solo alcune caratteristiche del territorio che agevolano l’allevamento delle piante del pomodoro di Belmonte. A ciò si aggiunge l’adattabilità del pomodoro stesso alle più diverse condizioni di terreno e di quota altimetrica (si coltiva dai 0 ai 600 metri).
Ma è la conservazione delle caratteristiche genetiche che rende unico il pomodoro di Belmonte; questo è il frutto del sapiente e tradizionale lavoro degli anziani che permette all’ecotipo di conservarsi in purezza.
Spesso, infatti, il miglior germoplasma è in possesso di agricoltori che da generazioni eseguono una sorta di selezione e di moltiplicazione e che hanno sempre prodotto le piantine in semenzai casalinghi.

I produttori di pomodoro si rivolgono a mercati prettamente locali e la maggior parte di essi vendono il loro prodotto su banchi di legno ricavati dagli stessi produttori a bordo della Strada Statale 18 che è il percorso alternativo per antonomasia alla disastrata autostrada A3 e dunque molto frequentata e percorsa dai turisti.

L’ambiente marino, invece, è tutelato dalla presenza dell’“Oasi Blu Isca” e dal relativo CEAM, (centro educazione ambiente marino) gestiti dal WWF. Questa piccola area marina, istituita dal 1991, presenta la tipica flora e fauna mediterranea, racchiusa intorno agli scogli d’Isca che s’inabissano fino ad incontrare a 25 mt di profondità un magnifico fondale. Attaccati agli scogli vivono gorgonie, ricci, spirografi, margherite di mare, paramuricee mentre polpi, scorfani e aragoste si nascondono nei meandri rocciosi e nella sabbia assieme a madrepore arancione e stelle marine. Simbolo dell’Oasi è la cernia, preda ambita per l’apprezzata qualità della sua carne, secondo piatto dei numerosi ristoranti locali.

Sotto la superficie dell’acqua cresce una foresta sottomarina popolata da praterie di poseidonia, donzelle pavonie, saraghi, cefalotti dorati e occhiate, da branchi di castagnole e di salpe dai riflessi dorati. Oltre all’accentuata presenza di gabbiani e di ballerine, si possono talvolta osservare gli aironi che sostano sui due scogli. Il clima è salubre, temperato ed asciutto anche se dominato
da venti marini. La vicenda delle stagioni si gioca esclusivamente tra un inverno mediamente ampio e abbastanza freddo e una lunghissima.

Da Belmonte a monte Cocuzzo e ritorno in discesa verso la spiaggia: emozioni in mountain bike
Le antiche vie interne, utilizzate per spostarsi in groppa all’asino, sono state ripulite e recuperate da un gruppo di ragazzi – i fondatori di Calabria Bike Resort.
Il loro team supporta gli amatori e i professionisti di mountain bike in discese adrenaliniche.
Dai 1541 metri di monte Cocuzzo si arriva in bici fino in spiaggia in 3 ore di divertimento assicurato.
Assistiti dalle guide di Core Calabro, i turisti possono fare una piacevole escursione in mtb, apprezzando la cultura del territorio.

 

Pro Loco Belmonte

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