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Descrizione

Simbolo e cuore della cittadina, dal bastione è possibile godere di un panorama mozzafiato che spazia dal mare sottostante alla piana di Sibari, dalla Sila Greca alle vette del Pollino ; per tale motivo è considerato il balcone sull’Alto Jonio e uno dei luoghi più suggestivi dove ammirare albe e tramonti e beneficiare dell’inebriante profumo di zagare.  In realtà quello che viene chiamato “bastione” è la parte più alta delle mura di cinta che inglobavano il borgo antico, costruite nel 1538, finanziate dall’Università locale e costate 87 ducati. Una fortificazione resasi necessaria in quanto le misure di difesa precedenti non assicuravano la protezione dai frequenti assalti dei saraceni. Secondo la tradizione le porte di accesso erano quattro, con le seguenti denominazioni: Annunziata , San Martino, San Leonardo, Sant’Antonio Abate. In realtà le mura erano fornite originariamente di due porte: Porta di Sopra (a’ porta i supre)  e Porta di Sotto (a’ porta i sutte). Successivamente fu aggiunta la porta di San Leonardo, mentre quella di Sant’Antonio abate, nei pressi della cappellina omonima, era una portella – della quale esiste ancora il toponimo – di piccole dimensioni, a servizio dei monaci della Grancia di San Nicola di Chiaromonte che coltivavano gli orti limitrofi al centro abitato. L’unica porta (arco originario), tuttora esistente è quella dell’Annunziata, “a’ porta i sutte” ubicata nella parte sud a valle della piazza della chiesa matrice, a coronamento del collegamento, attualmente tramite scalinata risalente alla prima metà del XIX secolo  , tra il centro storico e la marina, sulla falsariga di una antica pista che portava dall’abitato al mare, la cosiddetta via del Mare . Anticamente, la zona centrale della scalinata era denominata “la Croce” , ove ora è collocata una piccola croce, ritrovo per i riti concernenti la domenica delle Palme.  Le tre torri a difesa del centro storico sono le seguenti: “dell’ospedale” ; “la murata” (torricella) ; “de li zigrini” (torretta) ; tuttora si possono ammirare tra i vicoli .  Al Bastione è legato un avvenimento che storicamente rende fieri i Trebisaccese: la notte tra il 21 e il 22 Luglio del 1576 i turchi assalirono Trebisacce con l’intenzione di depredarlo e bruciarlo; con quaranta galeoni, muniti di pezzi di artiglieria e scale presero alla sprovvista la popolazione, la quale, buttando olio e pietre dal bastione e con mezzi poveri riuscirono a sconfiggere il nemico. Il feudatario di Trebisacce, Nicolò Berardino, Principe di Sanseverino, che in quei giorni si trovava fuori, definì i trebisaccesi “fieri et costanti”.

Il vescovo di Cassano all’Ionio Marino Tomacelli (in carica dal 1491 al 1515), da quanto si apprende anche dalla Platea della Mensa vescovile di Cassano, redatta tra il 1541-1547 e il 1580, fece demolire alcuni fabbricati di proprietà della diocesi per migliorare la cinta muraria.

Nella stessa platea compare il toponimo “Castello” (proprietà della Mensa vescovile che dava in affitto), che consisteva in una piccola proprietà con innanzi un rivelino, non riscontrabile, però, nella topografia odierna.

Il metraggio del centro storico, inteso come abitato originario compreso tra le mura e con forma ellittica, è di circa 350 x 300 m ( tra canale della Porta – anticamente canale della Mantìa – e canale del Cannone o della “fabbricata”).

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  • 27 Luglio 2024 13:18 ora locale

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