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CANGIARI vuol dire cambiare in idioma calabrese.

La Calabria è una regione del sud dell'Italia, stupenda, con un popolo forte e accogliente, ma è anche una terra che soffre, con gravi problemi sociali ed economici. Diversi anni fa, un gruppo di cooperative sociali diede vita a GOEL, una comunità di riscatto che iniziò un'avventura piena di speranza volta a cambiare la Calabria, in diversi modi e in diversi ambiti.

Ad un certo punto di questo percorso, alcune giovani donne calabresi si rivolsero a GOEL: volevano salvare l'antica e prestigiosa tradizione della tessitura a mano che stava naufragando nell'oblio. In Calabria la tessitura affonda le sue radici nella Magna Grecia, e fino a cinquant'anni fa molte famiglie calabresi possedevano un telaio a mano in casa e autoproducevano gran parte dei propri tessuti. Le giovani donne che si rivolsero a GOEL decisero di recarsi dalle poche anziane majistre ancora viventi nel territorio. La majistre non sono semplici tessitrici, erano le maestre che "programmavano", imbastivano, tutti i telai a mano del territorio. Un'arte complessa e sofisticata: nei telai vi sono fino a 1.800 fili di ordito che bisogna far passare nei "licci" in un preciso ordine matematico per produrre un determinato tipo disegno di tessuto. Cresciute in altri tempi, spesso le majistre non avevano potuto imparare a leggere e a scrivere, e per ricordare queste complesse programmazioni matematiche - moltiplicate per ciascuna delle textures che ritenevano nei propri "archivi" professionali - avevano escogitato dei trucchi mnemonici per ricordarle: delle nenie, delle cantilene, nei cui versi era sapientemente nascosto l'ordine matematico di passaggio dei 1.800 fili nei licci del telaio.

Queste nenie erano rimaste nascoste per secoli, le majistre le hanno tramandate da madre in figlia, custodendole gelosamente. Vedendo che le loro figlie non erano più interessate, le hanno rivelate alle giovani donne che oggi producono i tessuti CANGIARI, che le hanno trascritte su carta, preservando così un grande patrimonio di tessuti di matrice grecanica e bizantina. Queste giovani donne hanno poi restaurato o ricostruito antichi telai a mano, di legno, sul disegno locale, rimettendosi a tessere e divenendo esse stesse le nuove giovani majistre.

Per questo GOEL decide di dar vita a CANGIARI, il primo marchio di moda etica di fascia alta in Italia. Ma non bastava il telaio a mano, CANGIARI doveva essere un progetto etico a 360°, rimanendo al contempo fashion e di alta qualità. L'etica dappertutto dunque. Etica nei materiali: divenendo il primo marchio di fascia alta che usa solo ed esclusivamente materiali bio, certificati G.O.T.S.. Etica nella filiera di produzione: filiera cooperativa e partecipata dagli stessi lavoratori, luogo sociale di inserimento lavorativo anche di persone svantaggiate. Etica nel messaggio del brand: un lifestyle raffinato ma che si fonda sui valori di GOEL e sulla sostenibilità ambientale e sociale.

CANGIARI è un marchio di proprietà di GOEL - Gruppo Cooperativo.

GOEL è una comunità di persone, imprese e cooperative sociali che ha come missione il cambiamento della Calabria. Il nome ha radici bibliche, vuol dire appunto “il riscattatore”.

Oltre CANGIARI, il Gruppo gestisce altre attività nei seguenti ambiti: turismo responsabile, agricoltura biologica, sviluppo locale, multimedialità, servizi sociali e sanitari, tutte con una forte connotazione etica e di sostenibilità ambientale.

GOEL si è apertamente schierato per la difesa e la promozione dei diritti umani, con particolare predilezione per i gruppi sociali e le comunità più indifese. Si oppone allo strapotere della 'ndrangheta (la mafia locale). Promuove l'idea che l'etica non possa accontentarsi di essere solo giusta ma debba anche essere efficace.

CANGIARI è gestito da “Made in GOEL – Società Cooperativa Sociale”: ai sensi della Legge n. 381/1991 e successive modificazioni, “Made in GOEL” è una cooperativa sociale che ha lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso lo svolgimento di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Le cooperative sociali non hanno scopo di lucro: infatti gli utili di esercizio conseguiti vengono reinvestiti per perseguire gli scopi di sviluppo sociale.

 

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